mercoledì 16 luglio 2014


Le immagini parlano. E condizionano. Nel bene e nel male.

Vi è una relazione, ormai indiscussa, tra la fruizione di immagini o spettacoli violenti e crudi e i comportamenti aggressivi.
E' assodato che la sovraesposizione alla violenza diventi veicolo di abitudine ad essa e conseguente ispirazione a comportamenti violenti; seppure l'apprendimento imitativo di essa sia condizionato da numerosi altri fattori.
E' indubbia la banalizzazione del dolore, quando reso astratto ed artefatto dalla perpetua pubblicazione e fruizione di immagini cruente che, mentre indossa l'alibi dell'amor di giustizia e della promozione della pace, nutre il sentimentalismo più vacuo e la morbosità più becera.
Sono tempi di guerra, nel mondo.
Abbiamo cura che piccoli innocenti vengano sempre rispettati, perché sacri, ma quando assistiamo impotenti alle terribili ingiustizie e violenze facciamo in modo che abbiano rispetto almeno nel momento estremo della loro esistenza.
Questo possiamo farlo.
Possiamo denunciare, rispettando e rifiutando di cedere al morboso e al macabro.
E soprattutto evitando, per l'ennesima volta, che i bambini vengano strumentalizzati e violentati una volta di più.


R. T.
immagine tratta dal web - autore sconosciuto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Roberta, condivido pienamente il tuo pensiero , segnalo il post sdul Blog di Art Theraphy Italiana, ciao melania

Unknown ha detto...

Ciao arttherapyit, Melania.
Grazie, il confronto e la condivisone sono preziosi.
Segnalerò il tuo blog.
A presto,
Roberta

Unknown ha detto...

Grazie del pensiero che purtroppo è così reale da far male...

Unknown ha detto...

Annalisa...fa male sì e ogni parola di più sarebbe superflua in questi casi.
Grazie a te, per il tuo commento.
Roberta